Le tipologie di ancore
Le ancore sono un prodotto fondamentale nella nautica e, come suggerisce il loro stesso nome, l’obiettivo determinato dal loro uso è quello di fare presa sul fondale, “ancorando” ad esso l’imbarcazione.
Se quanto sopra è noto, forse non lo è il fatto che esistono numerose tipologie di ancore, ciascuna delle quali maggiormente adattata a specifiche tipologie di fondali. Ognuna delle ancore a disposizione sul mercato è inoltre dotata di un peso proporzionale al dislocamento della barca, permettendo così all’armatore di poter individuare il giusto compromesso.
Come è fatta un’ancora
Prima di comprendere quali siano le tipologie di ancore disponibili, cerchiamo di comprendere come sia fatta un’ancora. Diamo un’occhiata a questa immagine:
Partendo dall’alto troviamo la cicala, a cui si annoda la fune, e il ceppo, la barra orizzontale. C’è poi il fuso, la barra verticale che conduce alla sezione inferiore dell’ancora, contraddistinta dalla marra, dal diamante in punta, dalle unghie laterali e dalle patte interne.
Ammiragliato
Introdotto brevemente da cosa è composta un’ancora, ecco arrivare il primo modello, il più conosciuto: l’ammiragliato. Sebbene non sia molto utilizzata in ambito da diporto, poiché ingombrante e pesante, si dimostra particolarmente versatile per qualsiasi fondo, anche in presenza di fitte alghe.
Un’altra ancora a ceppo come l’ammiragliato è la Northill che, tuttavia, per il suo elevato peso è oggi ad uso pressoché esclusivo delle navi.
CQR
L’ancora CQR, o ad aratro, è una delle più diffuse e spesso utilizzata come ancora primaria (mentre a volte l’ammiragliato è utilizzata come ultima ancora). Poco ingombrante e dalla buona tenuta, anche in caso di sabbia e fango, ha tra i principali vantaggi la possibilità di fare nuovamente presa anche nell’ipotesi in cui abbia arato. Ad ogni modo, si dimostra poco adatta in un terreno coperto di alghe: a causa del suo peso ridotto potrebbe infatti non affondare regolarmente.
Dopo la CQR si sviluppò un secondo tipo principale di ancora ad aratro, chiamata Delta, sostanzialmente “figlia” della prima tipologia messa a punto negli anni ’30 dello scorso secolo dal matematico Geoffrey Ingram Taylor al fine di coprire le esigenze degli idrovolanti che necessitavano di un’ancora leggera ma efficiente. Trascinata sul fondo marino, infatti, questa ancora tende a girarsi lateralmente conficcando così la sua punta nel terreno.
Danforth
La Danforth è un’ancora piatta a marre articolate, con grande area, utile per ancorare su sabbia e fango. Non particolarmente adatta nelle ipotesi di fondale con fitta vegetazione o roccioso, tali caratteristiche la rendono sostanzialmente consigliabile solo come ancora secondaria.
Con tali specificità, la Danforth è certamente l’ancora a marre articolate più conosciuta, insieme alla Hall, di cui parleremo tra poche righe.
Hall
Come la Danfort, anche la Hall è un’ancora con marre articolate, ma contrariamente alla precedente non ha il fuso e dispone di marre tozze e grosse. Può garantire un’ottima tenuta su ogni tipo di terreno grazie al suo elevato peso, ma proprio questa caratteristica la rende utilizzata prevalentemente su navi o yacht di ridotte dimensioni. È meno efficace in caso di fondali con alghe e ghiaia.
Bruce
Facente parte delle ancore a cucchiaio, l’ancora Bruce può garantire una presa piuttosto efficace nella sabbia e nel fango. La sua forma particolare, con un’unica marra fissa e due larghe orecchie, la rendono più compatta di altre alternative.
Fanno parte della stessa categoria anche le ancore Spade, Rocna e Ultra, così come la Trefoil, considerata una sorta di derivata della Bruce.
Grappino
L’ancora a grappino, o a ombrello, è un modello residuale mai usato come ancora di posta. Sebbene abbia una buona tenuta su fondali rocciosi, la sua efficacia non è mediamente molto alta. Di contro, ha tra i suoi benefici il fatto di essere facile da costruire e da progettare.