Harley-Davidson WLA, dall’impegno bellico alle bande americane
Alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso, diventò chiaro che un’altra guerra mondiale sarebbe stata molto probabile: gran parte dell’Asia orientale era già in conflitto e le ambizioni di dominio europeo di Hitler non erano un segreto per nessuno.
Per questo Harley-Davidson cominciò a sviluppare una serie di moto militari, la più famosa delle quali è la WLA. Nel corso del conflitto decine di migliaia di queste motociclette presero servizio nei deserti nordafricani, nei paesi, nelle città e nelle foreste europee, in tutta l’Asia e nelle isole tropicali del sud Pacifico.
Il nome di questo modello segue lo schema di base usato da Harley-Davidson per chiamare le sue moto: “W” è la famiglia”, “L” rappresenta l’alta compressione e “A” sta per Army (esercito).
Testa piatta
Sebbene oggi associamo l’alta compressione con le prestazioni, nel lontano 1939 il rapporto di compressione di appena 5:1 della WLA era considerato alto. Ciò permetteva a questa moto di funzionare con carburante di bassa qualità, fino a benzina a 74 ottani, il che era fondamentale durante la guerra.
Piuttosto che utilizzare sulla WLA uno dei nuovi e più complessi motori a valvole in testa, la Casa americana decise di montare il collaudato bicilindrico a V a testa piatta. Sebbene meno potente, il testa piatta era robusto, affidabile, economico e semplice da costruire in elevate quantità.
Con la cilindrata di 740 cc, il bicilindrico con una V di 45° era capace di erogare 25 CV a 5.400 giri. La potenza era inviata alla ruota posteriore attraverso un cambiomanuale a 3 marce e a una trasmissione a catena.
Il peso totale della WLA era piuttosto alto, 250 kg, il che rendeva la guida in fuoristrada una sfida impegnativa per chiunque, figuriamoci per le nuove reclute diciottenni che non avevano mai guidato una moto prima di allora.
Una moto versatile
Tuttavia le modifiche apportate alla WLA per l’uso militare e in fuoristrada l’hanno fatta diventare un mezzo solido e piuttosto robusto. Ciò le permetteva di essere utilizzata ovunque, dai deserti del nord d’Africa alle paludi fangose dell’Europa o le spiagge delle isole nel Pacifico.
Le modifiche variavano a seconda dell’anno di produzione e della destinazione di quel determinato esemplare. A ogni modo la maggior parte degli esemplari aveva alcune dotazioni comuni: una piastra paramotore di protezione, un portapacchi per carichi gravosi, barre di protezione su entrambi il lati, luci oscurate, filtro dell’aria a bagno d’olio e una livrea verde o nera.
È interessante sapere che quasi tutte le WLA risultino come modelli del 1942, probabilmente perché sono stati costruiti secondo queste specifiche. Fu costruito anche un piccolo numero di motociclette speciali canadesi con il nome di WLC mentre molte WLA furono inviate ai paesi alleati tra cui Gran Bretagna, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Unione Sovietica (che ne ricevette oltre 30.000).
Alla fine della guerra, Harley-Davidson aveva prodotto quasi 100.000 WLA, il che rese questa la motocicletta militare più diffusa all’epoca. La maggior parte di esse vennero vendute a civili: molte furono “civilizzate” e altre vennero trasformate in bobber o chopper personalizzati.
La Guerra è finita
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, le bande motociclistiche americane – alcune delle quali erano formate da ex soldati scontenti – furono ricche di Harley-Davidson WLA modificate. Qui nacque il legame tra bande di motociclisti fuorilegge e il marchio Harley-Davidson.
Oggi è molto più difficile trovare una WLA originale che una versione civile o modificata. Uno dei pochi esempi è quella che vedete in queste immagini, meticolosamente restaurata da un esperto del marchio e verniciata verde oliva opaco, il colore più comune.
La moto, massa all’asta da Mecum, è stata dotata di una serie di parti coerenti con il periodo tra cui scatole di munizioni, luci oscurate, filtro dell’aria militare a bagno d’olio, piastra paramotore sotto la coppa, barre di sicurezza anteriori e posteriori e fodero del fucile montato anteriormente con all’interno un mitra non sparante.