Kamaitachi è una custom Honda VFR800 con influenza Cyberpunk
Jan Hrbek è un designer ceco appassionato di cultura pop giapponese, cyberpunk e moto personalizzate. Conosciuto come Hrbek Design sui social media, Jan non è certo nuovo alla costruzione di veicoli piuttosto particolari, e il Kamaitachi è sicuramente uno di questi: con un nome che richiama un’entità soprannaturale dotata di artigli affilati simili a falci, che secondo le leggende ha un atteggiamento piuttosto ostile, la moto è una Honda VFR800 Interceptor del 2001 ricca di modifiche e personalizzazioni.
Certo è che la VFR è un ottimo punto di partenza per un progetto del genere, con 110 CV erogati dal suo propulsore V4 a sedici valvole da 781 cc: una potenza che viene trasmessa alla ruota posteriore attraverso un cambio a sei marce, con una velocità che può raggiungere i 400 km/h.
In ogni caso, Jan era di per sé piuttosto soddisfatto delle caratteristiche meccaniche della sua moto Honda così com’erano. Pertanto, la sua trasformazione è per lo più un affare estetico: non è però stato facile realizzarla, perché la Kamaitachi doveva avere un aspetto piuttosto unico e affilato. Per raggiungere il suo obiettivo, il designer ha dunque iniziato eliminando tutta la carrozzeria di serie, a parte il serbatoio e il parafango anteriore. La stessa sorte è capitata ai componenti di illuminazione originali dell’Interceptor, così come a una serie di altri accessori di serie.
Jan si è dunque ritrovato con una tela bianca e tante idee da realizzare, tradotte poi in modelli digitali 3D prima di iniziare il vero lavoro di fabbricazione. Una volta soddisfatto dei rendering CAD, Jan ha provveduto a stampare in 3D le parti fisiche in fibra di carbonio. Nella parte anteriore, spunta una semicarenatura che integra organicamente le linee del serbatoio OEM e circonda un faro a LED di alta qualità, mentre il parabrezza colorato di giallo che si trova in alto è stato recuperato da una CBR1000RR ed è stato ampiamente rifinito.
Dietro di esso si trova quella che un tempo era la scheda madre di un computer e che ora funge da copertura per il quadro strumenti del VFR. Il cockpit ospita anche serbatoi e manopole in alluminio billet, oltre a una coppia di specchietti da bar. Un po’ più indietro, troviamo un tappo di rifornimento lavorato a CNC che adorna il serbatoio della benzina, mentre la parte posteriore della moto è altrettanto affascinante di quella anteriore.
Usando lo stesso processo di fabbricazione che gli ha permesso di realizzare la carenatura anteriore, Jan ha poi ideato una sezione di coda futuristica che sarebbe stata perfetta su un Transformer. Ha quindi dovuto rielaborare il sottotelaio prima di riuscire a montare questa parte, ma alla fine il lavoro sembra essere riuscito in modo molto efficace. In cima alla coda stampata in 3D si trova una sella personalizzata ricavata dall’unità standard dell’Interceptor.
Infine, la parte posteriore del codone ospita componenti luminosi a LED ed è mantenuta snella e pulita grazie a una staffa per targa in alluminio montata sul forcellone. Il serbatoio standard del liquido di raffreddamento è stato sostituito da un’alternativa cilindrica in acciaio inossidabile, che reca un simbolo di rischio di radiazioni, come se la Kamaitachi funzionasse con energia nucleare. Tra gli altri motivi, anche i loghi Speedhunters sui fianchi degli pneumatici e le scritte in giapponese sulla carrozzeria.