Mai più pizze fredde grazie alla motopizzeria con forno incorporato
Pizza fredda alla consegna? Non temete, non succederà più. Non se la consegna verrà effettuata con la prodigiosa Pizza-Dough-Moto di Colin Furze. Questo eclettico britannico non ha bisogno di troppe presentazioni. Il suo canale YouTube ha oltre 12 milioni di iscritti e i suoi folli video macinano altrettanti milioni di visualizzazioni. Incasellare Furze in una definizione professionale sarebbe riduttivo, lui è idraulico (first of all), ma anche inventore e stuntman. Le sue invenzioni hanno sempre un che di follia geniale, mettiamoci poi la dirompente simpatia di questo inglese e la viralità è presto fatta!
La moto Suzuki di Colin è stata letteralmente tagliata e convertita a moto-con-forno-incorporato. Sì, avete capito bene. Forno incorporato. Forno deambulante con pizzaiolo annesso. La prima al mondo (e forse anche unica, chissà).
In realtà, il piano iniziale era davvero quello di sezionare a metà la moto per inserire il forno nel centro, ma Colin amava troppo il suo mezzo e ha preferito dunque optare per un’estensione. Per altro questa operazione di allungamento ha reso la moto un esemplare da Guinnes World Record per la motocicletta più lunga (14,26 metri).
L’ampliamento del telaio è stato reso ancor più difficoltoso dal fatto che il forno in metallo a doppia parete era già stato costruito, quindi era d’obbligo adattare la lunghezza dalla moto al forno (e non viceversa). Così Furze ha realizzato da sé dei mini pignoni a catena e un telaio in tubi di metallo per sostenere il tutto. Ma la questione del forno realizzato in primis non è affar da poco, poiché questa progettazione a ben vedere è stata la più difficoltosa. Costruire un forno per pizza è infatti una cosa, costruirne uno che cuoce la pizza mentre si è in movimento è un’altra. Furze lo ha realizzato a doppio strato: una sfera dentro l’altra. Questo espediente crea una bolla d’aria che preserva la temperatura dello strato esterno. E soprattutto preserva la schiena del conducente!
I test
Le prime prove su strada sono state effettuate fuori dalle vie pubbliche, fatto per altro molto saggio, perché le cose non sono andate come auspicato: dopo poco il forno si è disintegrato. Questo test, oltre a mostrare quali arrangiamenti dovevano essere applicati per ottenere la perfezione, hanno fatto comprendere che l’idea… era per nulla strampalata! E come direbbe Gene Wilder in Frankenstein Junior: “Si può fare!”.
Una volta aggiustati gli aspetti tecnici più critici, Furze ha portato la sua “motopizzeria” al lavoro, un vero lavoro. Grazie agli insegnamenti dei pizzaioli del ristorante Da Mario, con molte ripetizioni, l’inventore è riuscito a realizzare il suo intento. Ne ha prima perse due per strada, una si è bruciata, si è appicciato l’impasto sul casco… ma poi è arrivata: la sua prima vera pizza in movimento!
Anche il pizzaiolo capo di Da Mario si è dunque persuaso che la cosa potesse funzionare, così si è ben prestato a sfornare le sue pizze con maggior abilità e maestria, riconfermando così che l’idea di Furze poteva avere un senso e una funzione reale. Del resto l’inventore, in un’intervista, si è detto molto soddisfatto, pur conscio dei limiti che la sua invenzione possa avere.
Prima di tutto la velocità per sfornare una pizza non deve superare i 48 km/h. Inoltre il forno è alimentato a gas, quindi prima di essere ben caldo deve impiegarci almeno una decina di minuti: se la meta è distante si può tranquillamente operare, diversamente meglio fare prima qualche giro extra intanto che il forno raggiunga la temperatura.
C’è da dire che fino ad ora chi ha ordinato la pizza in movimento ha molto apprezzato il risultato.