Joan Mir, l’impossibilità di difendere il suo titolo mondiale
Il 2021 è stato un anno controverso per Joan Mir. Il pilota spagnolo della Suzuki si è aggiudicato il titolo iridato della MotoGP nella scorsa stagione, ma non ha avuto la possibilità di difenderlo.
La gara del COTA ha suggellato un insieme di gare poco soddisfacenti, nonostante prestazioni non peggiori rispetto all’anno precedente. Nelle fasi finali della corsa americana, Mir ha toccato Miller e si è fatto passare da Bastianini, subendo poi una penalità per condotta di guida pericolosa. Una conclusione non proprio esaltante, ma la crescita del pilota va avanti.
Joan Mir, com’è andato il suo 2021
Joan Mir non ha nascosto una certa rabbia. “Sono arrabbiato perché conoscevo il mio potenziale stagionale. Sto guidando meglio, facendo meno errori. Mi sento un pilota migliore, ma non conquisterò il titolo iridato. La sensazione è un po’ difficile da capire. Tuttavia, io e Suzuki andiamo verso la stessa direzione e stiamo spingendo più che possiamo”, queste le parole dello spagnolo.
Ad ogni modo, la scuderia giapponese non si è mai dimostrata come la moto da battere. La GSX-RR 2021 si è rivelata come un modello problematico, spesso offuscato da Yamaha e Ducati. In un contesto simile, Mir non è riuscito a percorrere neanche un giro in testa alle gare. Ancora peggio è andata al compagno di squadra Alex Rins, che ha centrato meno della metà dei suoi punti (81 contro 175) pur sfiorando il successo a Portimao.
Al tempo stesso, Joan Mir ha mostrato una posizione media nelle qualifiche di 9,7, pressoché identica rispetto al 2020. Suzuki si aspettava che la situazione delle gomme migliorasse dopo Assen, invece i problemi sono rimasti intatti. “Siamo pronti a imparare dai nostri errori e stiamo andando tutti nella stessa dimensione. So che il mio team sta lavorando sodo”, ha aggiunto il 24enne maiorchino. Per lui il 2022 può essere un’importante occasione di rinascita.