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Binotto avvisa Audi e Porsche: “Non più rilevanti di noi in F1”

BUDAPEST, HUNGARY - JULY 31: Carlos Sainz of Spain driving (55) the Ferrari F1-75 leads Charles Leclerc of Monaco driving the (16) Ferrari F1-75 during the F1 Grand Prix of Hungary at Hungaroring on July 31, 2022 in Budapest, Hungary. (Photo by Bryn Lennon - Formula 1/Formula 1 via Getty Images)

Con quasi cinquanta giorni di ritardo, la Formula 1 ha presentato le sue linee guida per il futuro, nella fattispecie come dovrà essere la power unit del futuro. I regolamenti sui nuovi propulsori che entreranno nel 2026, anno di svolta, non sembrano di certo una carezza alla Ferrari. Anzi, paiono cuciti addosso a Volkswagen, che entrerà come motorista fra quattro anni coi suoi marchi Audi e Porsche. Un bel benvenuto, viste le caratteristiche richieste dalle nuove power unit. E come sempre accade, se qualcuno ride, da un’altra parte si storce il naso. Così, Ferrari alza un po’ la voce attraverso il suo Team Principal, Mattia Binotto. Non urla e strepiti, ma puntualizzazioni precise e dirette, in pieno stile “binottiano”.

Siamo noi

In fin dei conti, chi partecipa al mondiale più importante del pianeta dall’inizio è Maranello. La vettura più vincente, iconica e riconoscibile. E col maggior seguito, il che la lega a doppia mandata al circus in una sineddoche infinita. La Formula 1 non è solo la Ferrari, ma forse non esisterebbe senza le rosse. A prescindere dagli ingressi eccellenti che si susseguono: “Non abbiamo paura. Ma la Ferrari è stata presente fin dall’inizio. Penso che sappiamo cosa è bene per il futuro della Formula Uno”, ha precisato il Team Principal del Cavallino al tedesco “Auto Motor Und Sport”. “La nostra voce è una voce importante. I nuovi arrivati sono i benvenuti, ma non devono essere più rilevanti della Ferrari”, l’avviso ai naviganti.

Tempo

Il futuro in discussione è quello compreso tra il 2026 e il 2030, date che appaiono sensibilmente lontane. Eppure il cambio epocale impone un’attenzione da subito, vista la complessità della creazione: la power unit, il cuore di tutto, successi compresi. “Stiamo negoziando il futuro della nostra attività”, ha detto Mattia Binotto. Sottolineando anche come sia giusto prendersi del tempo per comprendere al meglio anche quale sia la direzione in cui va il comparto automobilistico. “Giusto prendersi del tempo per arrivare al miglior risultato, o diciamo al miglior compromesso. Perché alla fine si tratterà sempre di un compromesso”, l’analisi del numero uno della gestione sportiva della Ferrari.

Senza fretta

D’altronde, la calma è la virtù dei forti, dicono. E gli accordi nascono sulla base di compromessi, come indicato dallo stesso Binotto. Un patto che teneva conto della presenza di un Presidente della Federazione (Jean Todt, ndr) che, però, nel frattempo è cambiato. Tutto questo ha comportato un allungamento dei tempi e forse una modifica degli equilibri politici. “C’era un accordo quadro che era già stato votato dal Consiglio mondiale. Questo accordo quadro ha dovuto poi essere trasformato in regolamento”, la ricostruzione del Team Principal. “Non sarebbe servito a nessuno se avessimo preso frettolosamente le decisioni sbagliate”.