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Charles o Carlos? Ferrari e il peso di non (poter) scegliere

MIAMI GARDENS, FLORIDA - MAY 08: Monegasque driver Charles Leclerc of Scuderia Ferrari and Spanish Carlos Sainz driver of Scuderia Ferrari are seen at the podium after the Formula One Grand Prix of Miami at the Miami International Autodrome on May 08, 2022 in Miami Gardens, Florida. (Photo by Eva Marie Uzcategui Trinkl/Anadolu Agency via Getty Images)

Ci sono domande che vanno fatte e altre che non si possono nemmeno sussurrare. Pensare sì, grazie a Dio non c’è la dittatura del pensiero. Ma provate ad affacciarvi alla Gestione Sportiva della Ferrari e chiedere, persino tra il serio ed il faceto: “E chi sarebbe la prima guida tra Charles Leclerc e Carlos Sainz?”, magari bofonchiando il contenuto, mangiucchiandolo quasi. Rischierete di essere rispediti alla porta, dopo un silenzio marmoreo di quelli che pesano un quintale al secondo. Ma il punto è che questa non è una domanda, una a caso. Ma è La Domanda, con L e D maiuscole a rimarcarne l’importanza e la centralità che ha assunto e potrebbe assumere nell’economia della stagione del Cavallino.

Dubbio

Una decisione che nessuno a Maranello aveva potuto o voluto prendere e ora ancora più lontana. Dopo la vittoria nel Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone, sono undici i punti di distacco tra Sainz e il suo compagno di squadra, Leclerc. Esclusa la prima gara in Bahrain, dove fu doppietta rossa, si tratta del distacco minimo tra i due. Ergo, è impossibile che una decisione sia in vista. E qui c’è la differente interpretazione che in molti danno del rapporto tra i due e anche della opportunità di avere una prima e seconda guida.

Linee di pensiero

Una linea storica di pensiero vuole che sia più pratico avere una prima e seconda guida. Michael Schumacher e Rubens Barrichello o Eddie Irvine, per intenderci. Un’altra, invece, giudica più opportuno lasciare i piloti liberi. La verità non c’è, nessuno l’ha in tasca. Proprio in queste ore l’ha ricordato anche l’ex campione del mondo Jacques Villeneuve, contrario a considerare Sainz una seconda guida. Il canadese ha citato un esempio celebre, l’annata in cui Schumacher s’infortunò in un incidente e Irvine, promosso a prima guida, perse il Mondiale all’ultima gara. Proprio a supporto, Villeneuve sottolinea come se Irvine non avesse perso punti lavorando inizialmente per il compagno poi sarebbe diventato campione.

E chi glielo direbbe?

Ciò che pare è che nessuno in Ferrari si prenderà mai, pubblicamente o privatamente, la patata bollente di dire de visu a Sainz: “Ecco Carlos, ora aiuti Charles”. L’impressione – per quel che vale, eh – via social, tra i tifosi della rossa, è che ci sia un’opinione collettiva che considera Leclerc inequivocabilmente più forte di Sainz e che, pertanto, dall’inizio ci sarebbe voluta più chiarezza. Facile a dirsi. Più difficile gestire la situazione dall’interno, aggirandosi nelle stanze dei bottoni, esaminando i contratti, surfando tra gli sponsor, alcuni portati dai piloti stessi, e i rapporti interpersonali nel team. L’aggravante per il muretto Ferrari è quella di aver addirittura favorito lo spagnolo in almeno un paio di gare, condannando il monegasco alla strategia inequivocabilmente meno vincente. E se il successo di Sainz è stato festeggiato in tono decisamente minore, tutto è dovuto a questo. All’idea del tifoso medio che la Ferrari non stia tutelando il cavallino vincente in nome di una parità che sta nuocendo a Leclerc. Comunque sia, bel problemone.