Cosa non ha funzionato per la Ferrari a Monaco
Se ne parlerà ancora per molto tempo di ciò che è accaduto al muretto della Ferrari al Gran Premio di Monaco. Le valutazioni che sono state compiute, quel che poteva essere e non è stato e che, per ironia di un destino avverso, ha portato il Cavallino alla disfatta. Certo, parlare di un secondo e quarto posto come una disfatta pare gran cosa. Ma negli occhi di tutti rimarrà l’immagine di una macchina più forte sul giro secco e capace di monopolizzare la prima fila dell’unico Gran Premio in cui partire in testa può essere ipoteca di vittoria. A maggior ragione per il fatto di cominciare col muro rosso davanti a tutti gli altri team ed avere la migliore macchina sul passo-gara e, per giunta, in mano a due dei migliori piloti al mondo.
Coprire Perez
Ed è proprio l’affaire-Leclerc a tenere banco, col monegasco precipitato dal primo al quarto posto unicamente per colpa della strategia. Un disastro. Il capo della strategia Ferrari al muretto è Inaki Rueda, ha però parlato innanzitutto della situazione Sainz. “Abbiamo detto a Carlos Sainz di star fuori all’ultimo secondo, avevamo appena capito definitivamente che si poteva evitare il passaggio alle gomme intermedie montando subito quelle da asciutto dopo il primo stint con le full wet”, ha chiarito lo spagnolo nel consueto video di de-breafing pubblicato dalla Ferrari sui canali social. Inizialmente la rossa voleva “coprire” Perez, ma poi gli strateghi hanno capito in tempo che sarebbe stato un piano che non avrebbe funzionato, ha ammesso Rueda. Tutto ciò è avvenuto a causa di un giro di blocco dietro la Williams di Latifi. “Senza quello Carlos avrebbe sicuramente vinto la gara”, ha sentenziato lo spagnolo.
Charles avanti
Abortito il tentativo fatto con Sainz, con Leclerc la strategia Ferrari ha marchiato la Caporetto. “Se con Sainz non avevamo più la possibilità di coprire Perez, con Charles pensavamo di averla. Leclerc aveva più di dieci secondi di vantaggio all’inizio del 18esimo giro”, ha ammesso il capo stratega del Cavallino. “Dai dati che avevamo in possesso pensavamo che Charles avrebbe mantenuto almeno un secondo di vantaggio su Perez, e invece Perez è stato veramente velocissimo. Così abbiamo perso la gara con Charles”, ha sentenziato Rueda.