Jos Verstappen teme una Red Bull non adatta a Max
Un terzo posto è un terzo posto e, nell’ottica di un Mondiale lunghissimo, potrebbe non essere un risultato da disprezzare. Anche per un campione del mondo. E, a maggior ragione, dopo aver messo dietro il rivale diretto per l’iride in un weekend che sembrava decisamente “difensivo”. In soldoni, piazzare dietro Leclerc in una gara di casa (per lui) nella quale sembrava decisamente poter dominare. E invece… il monegasco è stato azzoppato dalla strategia Ferrari ma in casa Verstappen non si festeggia per nulla. Classico esempio di Atene che piange e Sparta che non ride. O viceversa.
La polemica del giorno
Il padre di Max, Jos, si sta specializzando nell’essere l’Helmut Marko del figlio. Ovvero, quello autorizzato alla polemica, all’analisi maliziosa e al mettere le mani avanti. Proprio come l’anziano dirigente austriaco fa in Red Bull. “Il terzo posto di Max è stato molto deludente. Abbiamo visto tutti che è stato un weekend difficile per lui. Si comincia con la macchina, che semplicemente non ha ancora le caratteristiche per il suo stile di guida”, ha detto l’ex pilota della Arrows negli anni 90. Il quale ha sottolineato poi come il figlio abbia troppo poca aderenza all’avantreno. Cosa che soprattutto a Monaco – secondo Verstappen senior – non agevola laddove servirebbe una macchina che giri molto velocemente nella miriade di curve corte.
Nemico Perez
Ma, al di là di Monte Carlo, la preoccupazione del “vecchio” Jos è intestina al momento e ha un nome e un cognome: Sergio Perez. Il vantaggio del campione sul compagno di squadra pare essersi dissolto stando agli ultimi due Gran Premi. In più la Federazione non è di certo piaciuta per come ha gestito la gara nel Principato. “Penso che avrebbero dovuto iniziare alle tre in punto”, ha detto. “Al Controllo Gara tutti sembra si stressino alla prima vista di qualche goccia di pioggia”, ha ironizzato il padre dell’olandese sul “suo” Verstappen.com.
Partenza da dimenticare
Oltre all’orario e alla questione della pioggia, Jos Verstappen ha messo nel mirino anche la partenza dietro la Safety Car. “Viviamo in uno sport competitivo e professionistico, cose del genere non possono succedere”, ha sentenziato. Chiarendo che la partenza tradizionale sarebbe stata certamente caotica e le squadre avrebbero avuto dei dubbi su quale pneumatico sarebbe stato l’opzione migliore. “Ma è quello che la gente vuole vedere”, ha chiuso.