Leclerc e Verstappen dominanti in qualifica, Mercedes in equilibrio
Dopo tredici gare si possono già impostare i primi bilanci della stagione della Formula 1. Bilanci a metà per definizione, ma le indicazioni cominciano a plasmare già una fotografia piuttosto nitida della realtà, di cosa è andato e cosa non ha funzionato. La classifica è senz’altro ciò che rende al meglio il bilancio, i punti sono banalmente ciò per cui si lavora. Ma parallelamente, in Formula 1 come in nessun altra disciplina sportiva, c’è una strisciante e spesso non troppo sottolineata battaglia interna: arrivare davanti al compagno di team non è a volte secondario, nemmeno rispetto al risultato finale. Lotte a cui a volte non si presta attenzione, concentrati sulla superficie delle cose.
La battaglia in qualifica
Una guerra importante è quella della qualifica. Arrivare davanti al compagno di scuderia non dispiace affatto ai piloti. Dall’ultima fila fino al chiamarsi Max Verstappen, e sulla livrea della tua monoposto ci sia l’uno di campione del mondo, la prima guerra da vincere è al sabato. Partire davanti, far segnare un tempo sul giro più basso rispetto a chi ti sta accanto e ha la stessa macchina, un sorrisino te lo strappa. E le classifiche interne possono mostrare molto.
Dominio
Dopo tredici gare, i confronti in qualifica stanno fotografando una tendenza che comincia ad essere consolidata. Per quanto Carlos Sainz e Sergio Perez siano migliorati molto dalla passata stagione (confermato a più riprese dai loro “capi” nelle interviste, carezze verbali che non guastano mai per i cosiddetti numeri due), il bilancio è 10-3 a favore di Charles Leclerc e Verstappen. 10-3, nonostante il ricordo di bellissime prestazioni riempia gli occhi. Leggere per credere, la pole dello spagnolo a Silverstone o quella del Checo a Gedda a inizio annata. Ma il 10-3 significa qualcosa di profondo ed evidente. Alla Mercedes, invece, dopo la partenza sprint di George Russell, il conto si assesta sul 7-6. D’altronde, se il mondo continua a girare per il lato giusto, sarà difficile far meglio di Lewis Hamilton, l’uomo con più pole nella storia di questo sport.
Chi l’avrebbe detto
Andando nella pancia del Mondiale, in quel centrocampo di squadre medio-forti o mediocri, i conteggi possono essere sorprendenti. Tutto sommato non è stranissimo l’8-5 di Esteban Ocon su Fernando Alonso in Alpine, tenuto conto dei problemi dell’ex campione del mondo. Fa rumore il sonante 11-2 di Lando Norris sulla teorica prima guida della McLaren, Daniel Ricciardo. Altri numeri che fotografano, assieme alla voragine in classifica, l’annus horribilis dell’aussie. A proposito di sorprese nelle proporzioni, alzi la mano chi avrebbe creduto di osservare il 10-3 in Alfa Romeo del rookie cinese Guanyu Zhou su Valtteri Bottas, che poi in gara riporta tutto dalla sua parte lasciando le briciole al compagno.
SuperMagnussen
Abbastanza equilibrata anche la situazione all’AlphaTauri con Pierre Gasly avanti 8-5 su Yuki Tsunoda. L’equilibrio che si vede in gara non è tale in qualifica alla Haas. Schumacher jr soccombe 11-2 con Kevin Magnussen, per quanto a volte si siano viste le macchine di Steiner affacciarsi addirittura in coppia nel territorio magico dei Q3. Non sorprende nessuno l’8-3 di Sebastian Vettel su Lance Stroll alla Aston Martin, col tedesco che ha perso due gare a causa della positività al Covid. Idem con patate per la Williams: due lampi di Nicholas Latifi servono per evitare il cappotto, ma il compagno di team Alexander Albon gli è arrivato avanti undici volte in tredici qualifiche.