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Leclerc, il -98 chiude ogni speranza: “Ma non vedo l’ora di correre”

BUDAPEST, HUNGARY - JULY 31: Charles Leclerc of Monaco and Ferrari prepares to drive on the grid during the F1 Grand Prix of Hungary at Hungaroring on July 31, 2022 in Budapest, Hungary. (Photo by Dan Istitene - Formula 1/Formula 1 via Getty Images)

Per credere in una rimonta del genere bisogna essere inguaribili ottimisti. Charles Leclerc non può dirlo, mai lo dirà, ma le chance di titolo sono azzerate. Dopo la tripla scoppola subito tra Francia, Ungheria e Belgio è impossibile che il morale e la convinzione siano quelle di un mese fa. E anche ieri a Spa si è plasticamente notato come nel finale abbia prevalso un po’ di rassegnazione. E’ il combinato disposto che mina ogni credibilità di titolo possibile per la Ferrari. Quel Cavallino un po’ pasticcione, sfortunato e ostaggio degli errori, alcuni un po’ puerili. E dall’altra parte Max Verstappen, ancor prima che la Red Bull: infallibile, robotico, quasi da sembrare non umano.

Combinazione letale

Il punto è proprio quello, ciò di trovare una falla nell’assunto “Max Verstappen campione”. Il problema è che non c’è. Semplicemente non esiste, al momento. L’olandese non ha sbagliato una virgola, mai un errore che si ricordi, ad eccezione di un trecentosessanta gradi in gara a Le Castellet, in cui però la fortuna l’ha assistito. Dall’altro lato, come detto, c’è la Ferrari e le magagne sono un po’ sempre quelle. L’affidabilità costata un mare di punti perché giunta, per beffa del destino, in gare in cui il monegasco comandava (Spagna, Baku per esempio). E quando non c’entrava il motore o bizze interne poco prevedibili, ecco la strategia, la grande accusata di questa stagione rossa. Quella strategia costata punti sanguinosi a Monaco, Silverstone, Budapest, per citarne alcune e non andare al sottile di errorini da due punti come quello di ieri a Spa.

Paranormale   

La classifica ora non rispecchia il valore esatto del pacchetto Leclerc-Ferrari. Se dopo il successo in Austria, con le piste amiche di Francia e Ungheria alle porte, si parlava di un rientro da meno quaranta, ora nemmeno il più ottimista può proferire parola. A meno novantotto, con otto gare e poco più di duecento punti in palio, servirebbe che Verstappen non corresse o inanellasse una serie irreale di zero. Cioè ritiri. Impossibile, per il pilota dominante e la macchina assolutamente prestazionale visti a Spa-Francorchamps: “Sembra decisamente estremamente difficile ora, soprattutto dopo il ritmo che hanno mostrato”, ha spiegato ai media il monegasco.

Rimanere positivi

Charles Leclerc cerca di tenere l’umore alto, ad ogni modo. Alle porte c’è la doppietta Zandvoort – Olanda, casa Verstappen – e Monza. Per paradosso, sarà più facile, detto tra mille virgolette, nei Paesi Bassi a casa del grande avversario piuttosto che nel tempio di casa. “Non vedo l’ora di arrivare a Zandvoort e tornare in macchina e spero di vedere dei progressi, ma prima di pensare ai progressi dobbiamo capire da dove viene il vantaggio della Red Bull”, ha spiegato il numero sedici. Già, perché se una vittoria di Verstappen ci poteva stare, nonostante la partenza ad handicap del campione del mondo, le proporzioni del distacco inflitte a tutti gli altri preoccupano un po’. Anche un ottimista come Leclerc.