Newey: “L’attenzione delle altre squadre è un complimento”
A maggio, l’argomento di conversazione nel paddock erano le ali flessibili della Red Bull. Furono attentamente esaminate dopo che, nei rettilinei del GP di Spagna, i rivali sostenevano che si piegassero troppo. Lo stesso Lewis Hamilton era convinto che “con quell’ala si guadagnano almeno tre decimi al giro”. Per questo la FIA impose un regolamento più severo sulle ali flessibili.
Di certo c’è che la RB16B è stata spesso la vettura più veloce nelle gare di questa stagione. In una recente intervista, il capo tecnico della Red Bull, Adrian Newey ha affermato come tutte queste attenzioni non facciano che mostrare quanto bene abbia lavorato il suo team.
“Da molti punti di vista è un complimento alla squadra avere addosso tutte queste attenzioni. Lo abbiamo già sperimentato, ma non riesco a ricordare un momento in cui abbiamo ricevuto lo stesso livello di pressione contro la nostra auto” afferma Newey.
Il capo tecnico torna a una decina di stagioni fa, quando tra il 2010 e il 2011. In quel periodo la disputa era con la Ferrari e riguardava la flessibilità della carrozzeria: “Non mi piace particolarmente l’analogia, ma ci può stare. Bisogna guardare ogni minimo dettaglio per migliorare la propria competitività” ha proseguito Newey. “Questa è la natura della Formula 1 e una degli aspetti che la rende così stimolante. Eppure la frequenza e l’intensità di quest’anno è abbastanza eloquente” ha aggiunto.
Per quanto riguarda il dibattito sull’ala flessibile, Newey ha affermato che la Red Bull non stava beneficiando quanto pensava la Mercedes. Ha inoltre ribadito che l’indagine non ha fatto altro che sottolineare il talento della sua squadra aerodinamica.
“Se l’ala posteriore flessibile è un problema, di certo non siamo gli unici ad avere quel problema. Ma ovviamente, quando la Mercedes ha iniziato a sollevare la discussione non era preoccupata per quello che stava facendo l’Alfa Romeo” ha detto Newey. L’unica preoccupazione “era che potessimo trarne vantaggio, anche se in realtà non era così. Cambiare quella parte aveva dei costi per noi e ovviamente non era un bene”.
“È comunque un ottima testimonianza della forza della nostra squadra e la dimostrazione che quando la Red Bull viene messa in una angolo può uscirne combattendo e restando sempre competitivi” conclude il capo tecnico.
La battaglia dai microfoni continuerà in pista con il Gran Premio del Belgio, quando la Red Bull proverà a ribaltare il vantaggio di 12 punti in campionato della Mercedes.