Penalità in Formula 1, le stranezze di un regolamento assurdo
Il regolamento delle penalità in Formula 1 presenta alcuni aspetti che fanno un po’ storcere il naso. Ad esempio, le retrocessioni in griglia sono un argomento sempre all’ordine del giorno.
Infatti, si tratta di uno dei rari casi nei quali un reato recidivo venga seguito da una punizione inferiore rispetto alle precedenti. Se un pilota sostituisce un pezzo del motore per la prima volta, subisce una sanzione di 10 posizioni in griglia. Dalla seconda volta in poi, le posizioni scendono a 5. Se, infine, si va incontro a infrazioni con oltre 15 posizioni di penalità, il pilota parte dal fondo dello schieramento.
Penalità in Formula 1, una regola contraddittoria
Un caso particolare riguardo alle penalità in Formula 1 riguarda la stagione in corso di Valtteri Bottas. Il pilota finlandese della Mercedes ha prima sostituito il motore a combustione interna, con 10 posizioni di penalità. Quindi, ha inserito il quinto e il sesto, con solo 5 piazzamenti di arretramento. Come mai il regolamento è così particolare?
Ha cercato di rispondere il team principal delle Frecce Nere Toto Wolff, partendo da problemi di affidabilità della Honda dopo aver esordito nel campionato. “Quando tutto va terribilmente storto e devi sostituire parti del motore o interi propulsori, non dovresti essere penalizzato sempre con 10 posizioni. Il regolamento attuale è quasi anti-imbarazzo. Oggi va bene, ma dobbiamo vedere come farlo evolvere in futuro”.
Quando è iniziata l’era del motore turbo-ibrido V6, nel 2014, un pilota era costretto a partire dai box in caso di sostituzione di un motore completo. A quei tempi, era possibile utilizzare 5 pezzi di ogni componente. La sesta sostituzione di una componente comportava una penalizzazione di 10 posizioni, mentre la sesta di altre ne comportava 5. Tuttavia, a quei tempi, se un pilota non avesse potuto subire tutta la penalità, avrebbe subito il resto nell’evento successivo.
Nel 2015, invece, questa norma è stata abolita. Ad esempio, la McLaren ha potuto scontare una penalità combinata di ben 105 posizioni in occasione del GP del Belgio di quell’anno. Oggi ogni scuderia attua la propria tecnica, cercando di non investire una somma di denaro troppo elevata. E nei prossimi anni non sembrano in arrivo novità a tal proposito.
Anche il direttore di gara Michael Masi ha sottolineato l’equità del regolamento: “Tutti sanno da inizio anno con quanti motori, scarichi, cambi ed elementi vari possono andare avanti. Ogni squadra, soprattutto nella lotta iridata, cercherà di trarre vantaggi in termini di competitività. Le normative sulle penalità in Formula 1 sono in vigore da diversi anni e sono coerenti”, ha concluso.