Red Bull, Perez e lo “zero che fa molto male”
Zero è zero. Di base è il nulla per definizione. In certe rare discipline, zero è l’obiettivo a cui tendere. Se state giocando a carte, a scala 40 per esempio, zero significa aver vinto la partita e nessun punto di penalità da scontare. Idem se giocate a freccette, l’obiettivo è arrivare a zero, partendo da una somma altissima. Lo zero, in quel caso, è la vittoria finale sull’avversario. Ma in Formula 1 “zero” significa soltanto una cosa, tragica se state lottando per un campionato mondiale: un Gran Premio senza punti, una macchia che vi trascinerete per mesi, un cruccio, un rimpianto, un peccato capitale da evitare come una pestilenza. E per Sergio Perez zero significa Canada.
Zero da metabolizzare
Tutto sommato, il messicano della Red Bull arrivava all’appuntamento di Montreal col vento in poppa, per quanto nell’ultima gara fosse stato rimesso al suo teorico posto di seconda guida (non diteglielo…) da Max Verstappen. In Quebec, però, è successo di tutto. Poca competitività rispetto al compagno di squadra all’inizio e macchina messa a muro nelle Qualifiche con annesso tredicesimo posto in griglia. E come se non bastasse motore Red Bull che s’ammutolisce in gara e ritiro. Zero, appunto. “È difficile digerire uno zero di domenica”, ha detto il messicano ai media. “[Il ritmo] era buono, stavamo superando, risparmiando le gomme, in particolare i freni, quindi avevamo molto potenziale nella mia gara per recuperare.”
Dimenticare Montreal
Insomma, una gara da dimenticare per il secondo pilota nella graduatoria del mondiale piloti. E il problema sta poi quasi tutto lì. Perché nel frattempo, Verstappen ha vinto e ha messo altri venticinque punti, scappando in fuga nella corsa iridata. “So che uno zero, quando si lotta per il campionato, è molto costoso”, ha detto Perez. “Ma è un campionato ancora molto lungo. Oggi fa molto male, quindi voglio dimenticarmi di oggi e passare a Silverstone”.
Affidabilità RB
Un altro punto importante, forse anche quello decisivo per Perez, è legato all’affidabilità della sua RB18. Il messicano ha chiarito che il cambio era “alla fine della sua vita” ed esortato la squadra a stare al passo sul tema. “Avere uno zero per il campionato a causa dell’affidabilità è molto doloroso”, ha rincarato il pilota di Guadalajara. Che ha poi aggiunto, però, che i tanti problemi di tenuta riscontrati da tutte le scuderie potrebbero essere anche a causa dei nuovi regolamenti. La corsa continua. Da un po’ più lontano. Ma Sergio Perez è tenace e venderà carissima la pelle.