Porpoising, è arrivato il momento di fare qualcosa
Il porpoising continua a far discutere. E il chiacchiericcio difficilmente diminuirà d’intensità dopo quanto accaduto al Gran Premio d’Azerbaigian. Un lento e inesorabile montare di una querelle che sale e sale, coinvolgendo sempre più addetti ai lavori ed obbligando tutto il mondo della Formula 1 ad un dibattito serio in grado di produrre risposte. Quanto visto a Baku difficilmente può essere accettato, sia che la si pensi come la Mercedes o che si rispettino le obiezioni degli altri, Red Bull in testa.
I fatti di Baku
Quel che è successo in Azerbaigian è di un’evidenza totale. Su un circuito dal fondo sconnesso, complice la pancia veramente rasoterra delle vettura, ogni monoposto ha sofferto di saltellamento eccessivo. Ergo, chi ne soffriva particolarmente per atavici problemi di progettazione come la Mercedes, è stato obbligato a rinchiudere i piloti dentro ad una scatola delle torture. Con gli effetti che si sono visti sulla schiena di Hamilton, letteralmente a pezzi. E portando un pilota giovanissimo come Russell a chiedersi quanto durerà la sua carriera, se la sua schiena verrà sottoposta a un calvario simile.
Reazioni varie
Da un lato, la Mercedes, i suoi piloti e svariati altri come Vettel. Dall’altro soprattutto la Red Bull. Le ragioni sono ovvie. A Brackley si sostiene che la situazione sia un problema per tutti: sia di sicurezza globale che anche fisico per i piloti sottoposti a quelle sollecitazioni. Il contraltare è Red Bull, appunto. Il cui pensiero si può sintetizzare brutalmente in: la Mercedes si lamenta perché ha sbagliato il progetto della sua macchina e usa il porpoising come pretesto. Non è escluso che ci sia del vero in entrambe le posizioni.
Wolff e FIA
La stessa Red Bull ha invitato la Mercedes ad alzare il fondo della vettura invece di lamentarsi ed invocare cambi globali di regolamento per tutti. Non s’è fatta attendere la replica del Team Principal Toto Wolff: “Non c’è molto che puoi fare, anche se alzi la W13, continuerà a sobbalzare. Tutto è legato alle prestazioni aerodinamiche del sottoscocca”, ha detto il manager austriaco. Intanto un’indiscrezione dei tedeschi di “Motor und sports” ha evidenziato come la Federazione stia per avviare un’indagine. “La FIA sta cercando di dialogare con piloti e direttori tecnici, ma con questi ultimi sa già che avrà poco successo”. Sottolineando poi come in Federazione vogliano “avere un quadro completo, consultare medici specialistici e raccogliere dati da altre serie, ad esempio dai rally”.