Telenovela porpoising, Red Bull non le manda a dire (video)
Il Gran Premio d’Azerbaigian non ha lasciato solo la doppietta Red Bull con annessa prima fuga credibile in ottica mondiale. Tra i mille temi emersi, quello più evidente è legato al porpoising, il saltellamento che attanaglia le vetture dopo che in questa stagione è stato abbassato il fondo delle monoposto. E, ormai si sa, i re del saltellamento hanno una livrea argentata. La Mercedes vista a Baku ha segnato una pietra miliare nel campo di quanto una macchina da Formula 1 possa saltare.
Schiena a pezzi
Il finale del Gran Premio ha mostrato un Lewis Hamilton più che sofferente, con la schiena completamente fuori uso e quasi incapace di uscire dall’abitacolo. Nel mentre, è arrivato il team radio durissimo del suo Team Principal Toto Wolff che, imbarazzato, ha tuonato un evidentissimo “Scusa, macchina di m……”. Evidentissimo ma non autoaccusatorio. Infatti, da Baku è ufficialmente partita la crociata della scuderia di Brackley per risolvere la questione. Da un lato le parole di George Russell che, nel weekend azerbaigiano, ha dichiarato di temere un incidente gravissimo nel futuro prossimo a causa del saltellamento. E non è stato l’unico, visto che Sebastian Vettel s’è accodato alla linea di pensiero. In più, a far compagnia alla questione sicurezza c’è il tema fisico. Russell stesso s’è detto fortemente dubbioso sul fatto che possa guidare per altri 3-4 anni in queste condizioni. E poi c’è Hamilton.
Questione complessa
Giorni di mal di schiena per il fenomeno di Stevenage. E i cinquantuno giri di Baku hanno dato la mazzata definitiva. Hamilton ha poi parlato attraverso i suoi social. “Ho avuto qualche problema a dormire, ma mi sono svegliato bene stamattina. Ho dolori alla schiena, ma niente di serio per fortuna”, ribadendo anche la volontà di non perdersi il Gran Premio del Canada per nulla al mondo. Ma al di là dei problemi fisici di Hamilton e della querelle sicurezza, la questione è intricata. C’è chi chiede di fare qualcosa e a Baku s’è visto che il problema non riguarda solo la Mercedes. E chi, invece, accusa Wolff e soci di cavalcare un loro errore di progettazione per cambiare i regolamenti.
Red Bull non ci sta
Dall’altra parte della barricata c’è la Red Bull. Il Team Principal Christian Horner è stato chiaro: “Mi sembrerebbe ingiusto penalizzare chi ha fatto un buon lavoro rispetto a chi magari ha mancato gli obiettivi”, ha detto il manager britannico. Per lui il problema fa parte del gioco. “È come se qualcuno si tuffasse in area di rigore”, il paragone utilizzato da Horner. “Se si trattasse davvero di un problema di sicurezza per tutti, allora si dovrebbe veramente prendere in considerazione questo aspetto. Ma se il problema riguarda solo alcune persone o squadre, allora è qualcosa che deve essere affrontato da quel team”. In soldoni, per Red Bull: problema Mercedes? Risolva Mercedes. Ma statene certi, se ne continuerà a parlare.