Quattro temi che ci porteremo in Canada (Parte 1)
Affidabilità Ferrari
In principio sembrava un Mondiale ingarbugliato, estremamente equilibrato e che prometteva di essere un giallo di quelli ricchi di colpi scena. Poi sono arrivati i tre Gran Premi del misfatto per la Ferrari che tra Barcellona, Monte Carlo e Baku ne ha viste che s’inchinerebbero anche i meno scaramantici… Senza scomodare l’intangibile, ciò che andrà misurato attiene all’affidabilità delle macchine di Maranello. Riusciranno Binotto e soci a vivere una gara lontano dai guai? Già, perché quel che s’è notato è che le rosse paiono anche poter essere leggerissimamente più veloci delle Red Bull: sicuramente nelle qualifiche, forse talvolta anche la domenica. Peccato che, nella valutazione complessiva della forza di una monoposto, l’affidabilità venga al numero uno o giù di lì. E banalmente conta nulla essere in controllo al ventesimo giro se poi la gara non si finisce.
Ricciardo vs Norris
Ormai è una lotta per la sopravvivenza. Non quella di Lando Norris, garantita da risultati, contratto, talento, età e quant’altro. Bensì quella di Daniel Ricciardo, quinto pilota più pagato e ufficialmente non ancora fuori dalla crisi più nera della sua carriera e messo più che in dubbio dalle parole sibilline del suo numero uno in McLaren, Zak Brown. A Baku s’è visto quanto fosse vitale per l’australiano arrivare davanti al compagno di squadra che, nel finale, ha tentato di superarlo e rifilargli l’ennesima “paga”. Missione non riuscita e punteggio aggiornato sul 7-1 per il britannico. Sensazione? Che ogni volta sia un aggiornamento della telenovela. Pop corn e tv accesa.
Conferma…
A Baku sono rimaste negli occhi due situazioni opposte, legate totalmente a due risultati/stati d’animo antitetici. Da un lato, quello di Gasly, Vettel e Alonso. Due vecchi marpioni e un giovincello non poi così giovane ma molto scalpitante (vedi ambizione malcelata di tornare alla Red Bull distrutta dal rinnovo di Perez). Il virgulto dell’AlphaTauri ha persino accarezzato l’idea di mettere dietro Hamilton. Dalla loro, invece, Vettel e Alonso hanno dimostrato che il pensionamento potrebbe essere solo una loro decisione e non una dismissione da parte di terzi. I tre sono la faccia sorridente che ci restituisce la gara in Azerbaigian.
…e rinvincita
Dall’altro, Williams più Haas più Alfa Romeo. Se per Bottas e soci la gara scialbissima di Baku è una novità in rottura con l’inizio scintillante di stagione, si attendono segnali dalle altre citate. La Williams dovrà dimostrare di non essere l’ultimissima senza dubbio del Mondiale. Sicuramente ultimissima sarà, alla fine, ma perlomeno instillare un dubbietto magari… Sulla Haas, beh, fa fede lo Steiner-pensiero. Che sa perfettamente di non essere il Team Principal della Red Bull, ma si aspetta di non vedere, almeno per un Gran Premio, i disastri e gli autoscontri di Schumacher jr e Magnussen. L’aveva chiesto a Monaco: non ascoltato. L’ha richiesto a Baku: idem con patate. Che la terza sia quella buona?