Vasseur (Alfa Romeo): “Sì a Porsche, Andretti non aggiunge nulla”
Non ci sarà nulla di personale, però di certo non paiono essere i migliori amici, i compagnoni di bisboccia che passano del buon tempo di qualità tra loro al di fuori della vita professionale. Si sa delle più grandi rivalità (proprio ieri abbiamo parlato di Christian Horner e Toto Wolff) e questo è nell’ordine naturale delle cose. Uno contro l’altro, e la platea schierata per tizio, per caio o salomonicamente per nessuno dei due. Chi, invece, pare mettere d’accordo tutti è la famiglia Andretti, al secolo il figlio Michael e il padre Mario.
Tutti d’accordo
I due ex piloti americani di origine italiana stanno cercando di salire su un carro che marcia speditissimo come quello della Formula 1 e diventare l’undicesimo team del Mondiale. Con tanto di tassa d’ingresso di duecento milioni pagata, business plan, bandiera americana esibita altissima sul pennone e progetto spiegato a tutti i Team Principal al Gran Premio di Miami. Ma, come detto, quasi tutti sono contrari all’ingresso degli Andretti, di sicuro anche il numero uno della gestione sportiva di Alfa Romeo, Frederic Vasseur.
Per noi è no
Il Team Principal francese e la sua Alfa Romeo si accodano alla lunga lista di manager e squadre che non hanno nulla di personale, almeno diplomaticamente, contro gli Andretti, ma che hanno detto no. Citando ad esempio una più che celebre casa che entrerà nei prossimi anni, a partire dal 2026, come motorista: “Quando abbiamo parlato dell’undicesimo team, tre anni fa, abbiamo preso l’esempio della Porsche e ci siamo detti: ‘Ha senso per noi aprire la porta?’”, ha detto Vasseur a Racer. “In quel caso sì, perché Porsche aggiungerebbe un enorme valore al paddock e sarebbe un altro produttore di motori”, la spiegazione del dirigente francese.
Team Usa
La proposta degli Andretti è stata spiegata al Gran Premio di Miami, facendo letteralmente il giro delle sette chiese nel paddock per intercettare ogni Team Principal. In molti casi per gli ex piloti nordamericani è stato un “no” soltanto professionale. In altri, Toto Wolff e la Mercedes, s’è un po’ trasceso, come evidenziato dagli scambi polemici via media. “Non c’è nulla di personale con Andretti, ma non so quale senso abbia aggiungere un team che fa le stesse cose degli altri senza dare un grande valore aggiunto”, la precisazione di Vasseur. Che poi ha parlato del fatto che la scuderia batterebbe bandiera statunitense, un paese che sta impazzendo per la Formula 1. Ma il numero uno di Alfa Romeo non si è fatto incantare: “Non credo che il valore aggiunto di una squadra sia la sua nazionalità. Se avessimo allargato il Circus due o tre anni fa, credo che due o tre squadre sarebbero crollate ora: se cade una attiva un effetto-domino sulle altre”, la preoccupazione del manager francese.