Elettriche Plug-in a rischio, l’allarme dell’Unione Europea spaventa i compratori: si abusa dell’ibrido nel modo sbagliato
L’ibrido non convince del tutto. Ecco l’alert dell’Unione Europea che spaventa gli automobilisti: Plug-in a rischio, cosa può succedere.
Non sarà certo questo alert la causa scatenante della disparità di acquisto, diverso da paesi a paesi (chi ci crede molto di più, chi è ancora altrettanto scettico) per quanto riguarda il segmento di mercato delle auto ibride ed elettriche.
Né tanto meno la curiosità scatenato da un e-fuel sempre più in hype: carburanti sintetici che si pongono l’obiettivo ambizioso di permettere alle auto a benzina e diesel di non estinguersi in un prossimo futuro.
La stessa Unione Europea sta spingendo verso gli e-fuel: dopo un lungo braccio di ferro con la Germania si sarebbe convinta ad autorizzarne l’utilizzo per alimentare le auto endotermiche prodotte dopo il 1° gennaio 2035.
Senza dimenticare le recenti parole al miele di Ursula von der Leyen, presidentesse della Commissione Europea, convinta che gli e-fuel siano il futuro. Ma al di là di questi fattori esterni, o di un mercato che stenta a esplodere, c’è qualcosa che non va di suo nell’ibrido.
I conti non tornano
Tutto nasce proprio dal primo studio condotto dalla Commissione Europea su come utilizzare i veicoli con motori a combustione e ibridi plug-in. Ebbene, dall’analisi è stata effettuata (su più di 600.000 veicoli immatricolati nel 2021) in conti non tornano paragonando le differenze tra i costi del carburante dichiarati e quelli effettivi.
I dati raccolti dall’Unione Europea mostrano valori di consumi ed emissioni di CO2 notevolmente superiori a quelli approvati dai marchi secondo il ciclo WLTP. Nello specifico il report UE ha rilevato differenze tra consumi reali e ufficiali fino al 23,7% per le auto con motore a benzina, e al 18,1% per i veicoli diesel.
Tre volte e mezzo superiori ai dati misurati in laboratorio
Nel caso delle auto ibride plug-in, le emissioni di CO2 in condizioni reali sono state 3,5 volte superiori ai valori misurati in laboratorio (4 l/100 km o 100 g CO₂/km). I 123.000 veicoli PHEV analizzati promettevano un consumo medio omologato di 1,69 litri per 100 chilometri.
Tuttavia, secondo i dati rilevati dalle vetture stesse, il consumo medio effettivo è stato di 5,94 l/100 km. Ecco spiegato il motivo per cui la Commissione Europea ha deciso di apportare modifiche al calcolo del fattore di utilità usato per determinare le emissioni di CO2 durante il test ufficiale. Le nuove modifiche entreranno in vigore a partire dal 2025, nel frattempo l’ibrido plug-in è sotto osservazione.